Recensioni

“L’ultima luna” di Camillo Carrea.

Immagine di copertina

Sinossi

Il Quarto Gliostro era la parte bassa del paese, una protuberanza che si affacciava sulla Fossa dei corvi. Questi uccelli facevano la spola da un lato all’altro dell’abisso nel fondo del quale scorreva il Turcano, un torrente impetuoso nel cui fondo si nascondevano, celate dalle acque limacciose, pietre acuminate sulle quali s’erano abbattuti, rendendoli irriconoscibili, i corpi delle vittime di agguati notturni. Si diceva che i corvi fossero le anime senza pace dei monaci dell’abbazia che avevano praticato lo jus primae noctis con le donne del paese. Qualcuno di loro era stato massacrato dagli uomini del Quarto per vendetta, e il suo corpo gettato nell’abisso.

Recensione

L’ultima luna è un libro scritto da Camillo Carrea, pubblicato da Lettere Animate nel febbraio 2020.

La trama è ambientata, tra gli anni ‘50 e ‘60, in un paesino dell’entroterra abruzzese, animato da leggende e credenze popolari. Un borgo che si trova alla mercé delle convinzioni retrograde di anziani cocciuti e delle inquietudini, delle pulsioni, dei desideri di giovani, le quali trovano viva espressione nel protagonista Alessandro. Persone semplici che vivono dei frutti della terra, individuando l’essenza della vita nelle piccole e ripetitive azioni quotidiane; nell’alternarsi delle stagioni. Uomini e donne senza pretese, senza troppe ambizioni. Buona la capacità descrittiva di Carrea che ci fa diventare abitanti, pagina dopo pagina, del Gliostro, un quartiere del paese popolato da streghe, in cui la luna influenza le nascite.

Il lettore, risucchiato all’interno della storia, attenderà l’incontro degli anziani al bar o le riunioni dei giovani scandite dal ritmo e dalle note di canzoni, dalle quali si lasceranno trasportare in balli liberatori. Ragazzi che sono alla scoperta di sensazioni forti, di affetti, dell’amore, proprio come quello che scuote e tormenta Alessandro per Zelda. Un sentimento senza pace, crogiolo per lui di emozioni uniche ad ogni loro incontro.

Nel paese aleggia una cortina di mistero e irrazionale, che annebbia il reale, ammantandolo di fascino e misticismo: volti di donna che si riscoprono in affreschi murali, morti sospette nelle notti di luna piena. Il lettore viene trascinato, rapito dalla curiosità dell’inspiegabile e del fantastico.

In un’epoca, in cui risulta disgregato il concetto di famiglia, in cui predomina l’individuo, Carrea ci fa riassaporare i tempi in cui non c’era l’Io ma il Noi, la collettività intesa come strumento di sopravvivenza contro la crudeltà e gli ostacoli della vita: padri di famiglia che trovano nella prole la forza e giovani che trovano negli anziani conforto e saggezza.

Se però da una parte la famiglia dà forza, dall’altra diventa causa d’incomprensioni e antagonismi, che si perpetrano negli anni e si riversano nelle successive generazioni: i nonni del protagonista, Bonifacio e Celestino, si odiano, parlano l’uno male dell’altro; non si intravede una possibilità di riappacificazione.

Quasi tutti i personaggi rimangono invischiati nel loro destino, quello di restare incatenati a quella terra che li ha generati. Solo qualcuno riesce a sfuggire al “paese”, scappando in America nel tentativo di realizzare i propri sogni. Sì, i più non riescono a recidere il cordone ombelicale che li lega a quel luogo: patria madre e matrigna, dove tutti sanno della morte delle donne, ma nessuno ha il coraggio d’indagare e risalire alla vera causa. Ciò rappresenta semplicemente un dato di fatto, una caratteristica dell’abitato.

Nel romanzo abbiamo lo scontro tra una radicata tradizione, riluttante al cambiamento, con la modernità che cerca di avanzare. Emerge, in modo velato, una società maschilista, patriarcale in cui chi decide porta i pantaloni, relegando la donna a un ruolo di subalternità.

Lo stile di scrittura di Camillo Carrea risulta piano. Il narratore coincide con il protagonista che si rivolge direttamente al lettore, trascinandolo nel vivo della storia, la quale, seppur non lineare nella presentazione dei fatti, riesce a catapultarlo nella realtà letteraria. Discreto il realismo di Carrea. Un realismo direi mistico, per l’accurata descrizione non solo dei personaggi, ma anche dei luoghi; una sorta di evoluzione del realismo verghiano, in cui il reale si confonde con il fantastico.

Dettagli libro

TitoloL’ultima luna
AutoreCamillo Carrea
EditoreLettere Animate
GenereNarrativa
FormatoLibro
Pagine166
PubblicazioneFebbraio 2020
Prezzo8,99 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/Lultima-luna-Camillo-Carrea/dp/8831656597/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

Cenni biografici e bibliografici sull’autore

L’autore Camillo Carrea a una presentazione.

Camillo Carrea è nato ad Atessa, in provincia di Chieti, e vive da sempre a Colledimezzo, nella stessa provincia.

Ha pubblicato:

2001 – Così ti parlo (silloge poetica), Lettere Animate;

2004 – L’uomo del Gambrinus (raccolta di racconti), Serarcangeli;

2020 – L’ultima luna, Lettere Animate.

Riferimenti e contatti autore

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