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“L’italiano più famoso del mondo. Vita e avventure di Giovanni Battista Belzoni” di Gaia Servadio.

Immagine di copertina

Sinossi

Giovanni Battista Belzoni è stato uno dei più grandi egittologi della storia, non sorprende che George Lucas lo abbia preso a modello per il personaggio di Indiana Jones.


Nel corso di tre spedizioni archeologiche tra il 1816 e il 1819 scoprì una decina di tombe nella Valle dei Re, tra cui la celebre Tomba di Seti I, la cosiddetta “Cappella Sistina egizia”, e gli ingressi fino ad allora sconosciuti alla piramide di Chefren e al tempio di Abu Simbel, liberandolo dalla sabbia che lo ricopriva quasi completamente.
Gaia Servadio, con la passione e la precisione che hanno reso celebre le sue opere biografiche di grandi italiani, racconta la vita incredibilmente avventurosa di uno dei più affascinanti protagonisti dell’archeologia moderna, a suo tempo definito l’italiano più famoso del mondo.

Sì, può sorprendere che il “Times” definisse Giovanni Battista Belzoni ‘l’italiano più famoso del mondo’; ma lo era, e se non nel mondo, in Inghilterra.
Catapultato senza quasi saperlo o volerlo nel mondo dell’egittologia, dello spionaggio internazionale, della politica post-napoleonica, Belzoni era un gigante – altissimo, lo descrive Charles Dickens –, un genio dell’inventiva che si esprimeva nei molti campi dove lo portò il suo gusto per l’esplorazione. Gigante anche in quello che riuscì a fare e a ottenere: l’enorme testa di Ramses II (oggi al British Museum) è tra i molti reperti che Belzoni fece arrivare fino a Londra.

Questo è il racconto della vita incredibilmente avventurosa di uno dei più affascinanti protagonisti dell’archeologia moderna.
Morì solo e povero, abbandonato da chi lo aveva usato e sostenuto.

Recensione

L’italiano più famoso del mondo. Vita e avventure di Giovanni Battista Belzoni è un libro della scrittrice Gaia Servadio, pubblicato da Bompiani nell’aprile 2018.

Come indica il titolo, l’opera è incentrata sulla vita di Giovanni Battista Belzoni: uno dei primi e più importanti egittologi di tutti i tempi. Ora vi chiederete, si tratta di una biografia? Di un saggio? Sì e no, il lavoro di Gaia Servadio è qualcosa di molto di più. L’autrice va oltre queste categorie letterarie. E allora di cosa si tratta? Abbiate pazienza, vi porterò lentamente a intuirne l’essenza.

In questo libro ci sono tutti gli ingredienti per catturare l’interesse del lettore: viaggio, avventura, un’antica e misteriosa civiltà come quella egizia, vite straordinarie, intrighi internazionali e accenni a legami massonici tra i personaggi principali. Cosa volete di più?

Tuttavia fate attenzione, tutto quello che narra la Servadio non è fantasia, ma storia; avvenimenti che non sono frutto di una fervida immaginazione, ma fatti reali emersi da un’approfondita ricerca storiografica presso gli archivi della British Library e del British Museum. Nondimeno l’autrice arriva a varcare, a trascendere, a integrare ciò che emerge dalla sua indagine, spingendosi con intelligenza ed empatia a scavare tra le pieghe della storia, creando un continuum credibile, ma soprattutto possibile, che entra nella vita e nelle emozioni dei personaggi, nel modo che solo il romanziere di razza sa fare.

La Servadio avrebbe potuto far partire la narrazione dall’arrivo di Belzoni in Egitto, catapultandoci immediatamente in un paese esotico dalla bellezza travolgente e incantandoci con la visone delle piramidi e dei templi, ma in questo modo non avrebbe dato al lettore la possibilità di penetrare nella testa del protagonista, di venire in confidenza con questa grande figura, dalla quale saremo rapiti.

Giovanni Battista Belzoni

Giovanni Battista nasce a Padova nel 1778 in una famiglia certamente non benestante. Fin da giovanissimo, comincia a lavorare nella bottega del padre, barbiere. Quella non è la sua vita. Vuole di più. Sente di essere destinato a qualcos’altro, qualcosa di importante. Ha un fuoco dentro che non gli dà pace. A sedici anni si trasferisce a Roma. Vuole studiare ingegneria idraulica. Quale posto migliore per apprendere i segreti di questa scienza? Gli antichi Romani esportarono i loro acquedotti in tutto il mondo e l’Urbe era nota universalmente per le sue meravigliose fontane dagli scenografici giochi d’acqua. Tuttavia, sorprendentemente, decide di farsi monaco, in fondo Roma stava alla carriera ecclesiastica, come New York oggi all’alta finanza. Ma giunge l’incognita che il destino tiene sempre nella manica come un asso: Napoleone. Un’incognita che sconvolge l’equazione di tutta l’Europa e non solo.

Dopo l’arresto del Papa, fugge a Parigi, per paura di essere costretto ad arruolarsi nell’esercito di Bonaparte. Istinto quasi ispirato, migliaia di italiani moriranno nella campagna di Russia. Nella capitale francese, deve inventarsi come riuscire a sopravvivere. Non ha contatti. Allora? Quale opportunità migliore del contrabbando, della vendita sottobanco? Già, in fondo era stato un uomo di Chiesa, si mette a vendere santini, immagini sacre, rosari, in una metropoli pervasa dall’anticlericalismo e dal nuovo spirito illuminista ateo. Con questa nuova attività, riesce a malapena a sbarcare il lunario. Questa via non lo avrebbe portato da nessuna parte.

Torna a Padova, giusto il tempo per capire che sotto l’Impero austro – ungarico si sta anche peggio che sotto i francesi. Prende il fratello minore e parte per Amsterdam per approfondire le conoscenze sull’ingegneria idraulica e, magari, ottenere un buon impiego. Niente da fare, nella capitale olandese trova la peste e non il lavoro. Raggiunge Londra. Qui sposa Sarah, una cittadina inglese. Una donna granitica che lo seguirà e appoggerà per tutta la vita. Belzoni si dà al teatro, alle pantomime. Ancora la strada è in salita, ma lui non molla. Il suo spirito è volitivo, vuole emergere.

Si deve sapere che Giovanni Battista non era fisicamente un uomo comune. Non solo era bello, ma anche alto più di due metri e dotato di un corpo possente. Grazie a queste caratteristiche, crea un personaggio forzuto che cattura l’immaginario degli inglesi, il Patagonian Samson (il Sansone Patagonico), e ci costruisce intorno uno spettacolo caratterizzato anche da giochi d’acqua, prodotti da fontane azionate da una macchina idraulica di sua invenzione. Il pezzo forte dello show è quando, caricatosi sulle spalle una specie di giogo, arriva a sostenere da solo una piramide umana costituita da dieci persone e la porta su e giù per il palco. L’iniziativa ha un grande consenso di pubblico. Lo spettacolo va in scena in tutto il Regno Unito. Oramai Belzoni è un imprenditore teatrale di successo, ma soprattutto un personaggio. Tuttavia tutti riconoscono il Sansone Patagonico travestito, ma non lui. Giovanni Battista vuole di più: la reputazione, la fama.

Giovanni Battista Belzoni in un disegno dell’epoca che lo raffigura come il Patagonian Samson.

A questo punto avviene la svolta nella vita di Belzoni e qui sale in cattedra Gaia Servadio, riuscendo a descrivere semplicemente, ma con grande acume, le dinamiche sociali, politiche ed economiche della Gran Bretagna degli inizi del XIX secolo. Questa nazione pensava di starsene nel suo placido isolamento, lontana dalle questioni europee, interessata solo ai suoi commerci assicurati dal predominio sui mari. Fino a quando Napoleone le ricordò che a dormire sonni troppo tranquilli, si può finire male. Bonaparte aveva capito che conquistando l’Egitto, la Francia avrebbe avuto il controllo della Via delle Indie. Ancora Suez non era stato costruito e si doveva far passare le merci per quella terra per raggiungere il porto di Alessandria. Anche se il generale era stato sconfitto, la Francia conservava l’influenza su quel territorio sotto il formale controllo dell’Impero ottomano. Inoltre il dittatore liberale aveva sviluppato una rete di spionaggio capillare ed efficiente. L’Inghilterra doveva rifondare la sua Intelligence rendendola più operativa e affidabile. Si inizia a reclutare uomini straordinari, apparentemente normalissimi nel loro eclettismo, fedeli alla corona e portati a imprese al limite. Quale candidato migliore di Belzoni?

La Servadio, con brevi, inconfutabili ragionamenti e dati storiografici, ci fa capire come Giovanni Battista divenne un agente segreto al servizio di sua Maestà. Dopo aver lasciato Londra ed essere passato per Portogallo e Spagna, lo ritroviamo a Malta dove incontra il futuro console inglese del Cairo e un funzionario del pascià di Egitto, il quale lo invita nella terra dei faraoni per mostrare la validità di una sua macchina idraulica che sarebbe servita a strappare terreni al deserto. Senza perdere il greep sul lettore e sulla storia, la scrittrice intesse un’agile e leggera rete, seppur encomiabile, dove si collegano eventi geopolitici e culturali di un periodo storico che ha segnato indelebilmente la storia dell’umanità (la Rivoluzione Francese, l’accelerazione della rivoluzione industriale, le campagne napoleoniche, la nascita e lo sviluppo del movimento romantico e dei nazionalismi) e dove compaiono re, politici, poeti, artisti indimenticati e indimenticabili: da Lord Byron a Walter Scott, da Giorgio III a Champollion. Arrivano all’improvviso in punta di piedi, inserendosi armonicamente nella narrazione, e donandoci informazioni originali e accattivanti su di loro.

Con Belzoni in Egitto, l’autrice raggiunge l’acme, centra l’obbiettivo che ogni scrittore desidera: divenire il personaggio di cui narra. La Servadio arriva a vedere con gli occhi dello straordinario esploratore italiano, a sentire con i suoi orecchi, a percepire i nuovi odori che lo avvolgono. Un uomo capace di adattarsi alle condizioni più estreme, spinto dalla curiosità e dalla grande fiducia in se stesso, a suo agio con reali e diplomatici, ma anche con criminali e nativi. Un personaggio intelligentissimo che sa evolversi man mano che conosce e comprende il nuovo ambiente in cui è inserito. Anche se perspicace, Belzoni inizialmente è un uomo spontaneo, diretto, limpido, per certi versi semplice; in seguito si adeguerà alle dinamiche e ai metodi del potere e della politica, ma non perderà mai una purezza d’animo che lo porterà ad avere disgusto di certi ambienti e di certi individui.

Quando il pascià non vuole acquistare la sua macchina idraulica, prende il via la sua attività di pioniere dell’egittologia. Se da principio è, forse, solo una copertura per i compiti di Intelligence affidategli, la scoperta di siti archeologici diventa una vera passione, una febbre che lo scuote fin dentro le ossa. La Servadio approda a una totale empatia con il suo protagonista, ma non gli mette mai in bocca le proprie parole, quello che dice Giovanni Battista sono passi tratti da sue lettere o memorie. Entriamo con lui dentro la grande piramide di Giza, cerchiamo l’entrata sconosciuta a quella di Chefren, dissotterriamo i templi di Abu Simbel dalla sabbia e varchiamo il loro sacro ingresso. Navighiamo lungo il Nilo, mirando le rive verde smeraldo che contrastano, alle loro spalle, con le dune gialle del Sahara o con le rosse montagne desertiche. Sempre con lui, ci fermiamo incantati a contemplare meravigliosi uccelli acquatici posati sul dorso di buoi che si stanno bagnando nel fiume. Alziamo gli occhi per osservare estasiati capitelli che coronano la cima delle colonne di templi o le punte degli obelischi che sembrano trafiggere l’immane cielo egiziano, talmente azzurro da provocare una vertigine. E tra quelle rovine sentiamo la presenza di una forza superiore, a cui Belzoni non è insensibile. Certo non è più quel Dio fatto di carne, con una lunga barba, con uno sguardo severo e giudicante conosciuto anni prima a Roma, ora ha più la sostanza di un grande architetto invisibile che governa la bellezza del mondo.

Nonostante la Servadio ami il suo protagonista, non perde mai lo sguardo oggettivo sulla realtà dei fatti, riuscendo anche ad analizzare con lucidità le ragioni che muovono Bernardino Drovetti, l’antagonista di Belzoni: figura storica appartenente ai servizi segreti francesi, ma come lui arso dal fascino dell’Antico Egitto. Drovetti sarà colui che venderà la propria collezione di reperti ai Savoia, i quali andranno a formare il corredo del Museo Egizio di Torino, il secondo più importante al mondo dopo quello del Cairo.

Per concludere, Gaia Servadio compie un vero e proprio capolavoro, ossia rende la storia con la S maiuscola un romanzo avvincente e coinvolgente che cattura il lettore. Rende nozioni e ragionamenti complessi facilmente accessibili e interessanti per tutti. Riporta la storia a essere vita, o forse, più precisamente, riporta la storia in vita; più vicina a noi.

Lo stile di scrittura dell’autrice è pulito, ordinato, ma mai ingessato, caratterizzato da una disinvoltura che porta alla scorrevolezza.

Dettagli libro

TitoloL’italiano più famoso del mondo. Vita e avventure di Giovanni Battista Belzoni
AutoreGaia Servadio
EditoreBompiani
GenereBiografia (saggio/narrativa)
FormatoLibro
Pagine384
PubblicazioneAprile 2018
Prezzo16 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/Litaliano-avventure-Giovanni-Battista-Belzoni/dp/8845297330/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

Cenni biografici sulla scrittrice

La scrittrice Gaia Servadio

Gaia Servadio è nata a Padova nel 1938. E’ una giornalista, scrittrice e artista italiana.

Come giornalista, ha collaborato con Il Mondo di Mario Pannunzio e in seguito con La Stampa, la BBC e la RAI. Attualmente collabora con The European e al Corriere della Sera.

In campo letterario è una saggista e biografa molto apprezzata. Fino ad oggi ha pubblicato più di 20 opere tra saggi, romanzi e raccolte di racconti con case editrice del calibro di Feltrinelli, Rizzoli, Frassinelli, Mondadori, Bompiani.

Residente dal 1956 a Londra, non ha mai reciso le sue radici italiane dividendosi tra Gran Bretagna e il Bel Paese.

È stata sposata, dal 1961 al 1989, con lo storico britannico William Mostyn-Owen. Dal matrimonio sono nati i suoi tre figli: Owen, Allegra (che è stata la prima moglie del politico britannico Boris Johnson) e Orlando. Si è quindi risposata con Hugh Myddelton Biddulph.

E’ stata insignita del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica dal Presidente Sandro Pertini e nel 2013 Commendatore al merito della Repubblica Italiana.

Opere

Romanzi e racconti

  • Tanto gentile e tanto onesta, Milano, Feltrinelli, 1967. – Milano, Sonzogno, 2015;
  • Don Giovanni e L’azione consiste, Milano, Feltrinelli, 1968;
  • Il Metodo, Milano, Feltrinelli, 1970;
  • Un’infanzia diversa, Milano, Rizzoli, 1988;
  • Il lamento di Arianna, Milano, La Tartaruga, 1988;
  • La storia di R., Milano, Rizzoli, 1990;
  • Abramo, La vallata, 1990;
  • E i morti non sanno, Palermo, Flaccovio, 2005;
  • Raccogliamo le vele, Milano, Feltrinelli, 2014. [autobiografia];
  • Didone Regina, Milano, Frassinelli, 2017.

Saggi

  • Luchino Visconti, Milano, Mondadori, 1980;
  • La Donna del Rinascimento, Milano, Vallardi, 1986;
  • Incontri. Forster, Sraffa, Lowell, Matta, McCarthy, Abramo, 1993;
  • Traviata. Vita di Giuseppina Strepponi, Milano, Rizzoli, 1994;
  • Mozia. Alla scoperta di una civiltà scomparsa, Flaccovio, 2003, – Nuova ed. col titolo Mozia. Fenici in Sicilia, Collana UEF, Milano, Feltrinelli, 2018;
  • Rossini. Una vita, Flaccovio, 2004 – Nuova ed. completamente riveduta e corretta, Milano, Feltrinelli, 2015;
  • Il Rinascimento allo specchio, Milano, Salani, 2007;
  • Incoronata pazza. Il mistero di Giovanna, figlia di re, madre di re, regina sacrificata, Milano, Salani, 2010; 
  • C’è del marcio in Inghilterra, Milano, Salani, 2011;
  • I viaggi di Dio, Milano, Feltrinelli, 2016;
  • L’italiano più famoso del mondo: vita e avventure di Giovanni Belzoni, Milano, Bompiani, 2018.

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